Il segno - Gv 6,24-35 | ||
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+ Dal Vangelo secondo Giovanni |
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voi mi cercate |
Come spesso accade, Gesù non risponde alla domanda, piuttosto la supera, andando a scandagliare l’animo dell’uomo così da scoprirne la verità tenuta nascosta o quella che i suoi interlocutori neanche riescono a percepire obnubilati da altre idee o preoccupazioni. La gente ha trovato qualcuno che risolve i problemi basilari dell’uomo sfamando la moltitudine e in abbondanza. Non riesce a leggere il segno nel suo valore universale, l’unica preoccupazione è quella concreta e contingente, se vogliamo utilitaristica, che soddisfa un bisogno. |
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su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo |
Gesù sposta l’attenzione su un altro piano: Datevi da fare … per il cibo che rimane per la vita eterna. Bisogna però non fraintendere, il rischio è quello di “spiritualizzare” la relazione togliendo ogni significato agli aspetti materiali della vita che rappresentano una necessità concreta da cui non possiamo prescindere. È necessario leggere il segno che il Signore ci ha offerto - insieme agli altri che il Vangelo di Giovanni ci racconta - accoglierne la verità, percepirne la forza, lasciarsi prendere e trasportare da quel segno che ha l’energia del vento che soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va (Gv 3,8). Il segno si immerge nella realtà concreta dell’uomo - dal bisogno di festa alla sazietà, dalla salute alla vita - ne assume la verità per proiettarla nell’altrove. Il segno è un indirizzo, un’indicazione, una direzione, una prospettiva, un modo di vedere e di pensare. Il segno ha bisogno di attenzione e di accantonare la meraviglia, perché educhi scelte di vita. È proprio il segno che ci permette di individuare la porta d’accesso (cfr. Gv 10,9) nella realtà nuova del Regno di Dio: è Gesù su cui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo. È il Figlio di Dio la fonte zampillante (cfr. Gv 4,14) della storia nuova che coniuga l’impegno nell’affrontare i problemi dell’uomo e l'Eucaristia, la relazione col mondo e il Regno dei cieli. |
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Io sono il pane della vita |
Alla domanda della gente Gesù risponde: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». È una risposta che non viene capita e, come spesso succede si chiede una conferma, però alla nostra misura, alla nostra maniera …«Se non vedete segni e prodigi, voi non credete» (Gv 4,48). Facilmente indugiamo al miracolistico, banalizzando l’opera di Dio esigiamo la prova, come una “prova d’amore” che in fondo non dà alcuna garanzia. |